«La Commissione Pesca della UE ha adottato l’accordo preliminare che stabilisce un piano pluriennale per la pesca che sfrutta le risorse ittiche demersali nel Mediterraneo occidentale. È molto positivo che molti degli emendamenti discriminatori proposti e adottati dal Parlamento per la pesca ricreativa siano stati cancellati dai co-legislatori. Ancora più positivamente l’articolo 7 è stato completamente riformulato sulla base del testo concordato per il piano di gestione pluriennale per le acque occidentali e perciò è stato deciso che il Consiglio debba prendere in considerazione criteri ambientali sociali ed economici quando stabilisce limiti alla pesca ricreativa. Agli Stati Membri è anche richiesto di raccogliere dati sulla pesca ricreativa dove appropriato».
Il contenuto dell’accordo rappresenta una svolta, introducendo nelle politiche della pesca dell’UE i valori propri della pesca ricreativa. Per la prima volta gli organismi politici dell’Unione si pronunciano sulla pesca ricreativa non in relazione a quella professionale, ma indicandone specificità e valori, l’economia collegata e la partecipazione sociale. Il testo approvato dal Parlamento Europeo relegava la pesca ricreativa a un «soggetto da controllare che non deve infastidire la pesca professionale», ma a seguito del trilogo (discussione politica tra rappresentanti di Commissione, Consiglio e Parlamento) gli articoli sulla pesca ricreativa sono stati riscritti e per la primissima volta nella regolamentazione di pesca del Mediterraneo l’attività ricreativa ottiene dignità di settore non in relazione alla pesca professionale. È un importante passo che se non ha conseguenze pratiche immediate costituisce una base di fondamentale importanza per le successive scelte di gestione che riguarderanno anche la nostra pesca in mare e che dovranno riflettersi nelle normative nazionali.
Il risultato è stato raggiunto grazie a un lungo lavoro svolto negli anni in seno al Consiglio Consultivo del Mediterraneo MEDAC
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