Il piano di gestione pluriennale della pesca nel Mediterraneo occidentale, adottato lo scorso giugno dal Consiglio dei Ministri della UE, è finalizzato al recupero delle popolazioni ittiche demersali (‘specie di organismi marini che nuotano attivamente ma si trattengono nei pressi del fondale’) che sono state a lungo sovrasfruttate, portandone alcune sull'orlo del collasso. La versione definitiva del piano è stata accolta con favore dalla European Anglers Alliance (EAA) e dalla European Fishing Tackle Trade Association (EFTTA), visto che una precedente versione adottata dalla Commissione Pesca del Parlamento Europeo non prendeva adeguatamente in considerazione la pesca ricreativa ma comprendeva alcuni elementi discriminatori per il settore. Il testo definitivo è più bilanciato, tenendo conto dei posti di lavoro e dell'economia sostenuta dalla pesca ricreativa a vantaggio delle comunità costiere. In altre parole, l'aspetto socioeconomico della pesca ricreativa viene tenuto in considerazione prima che vengano imposte restrizioni. Il piano, inoltre, invita gli stati membri a raccogliere più dati sulle catture della pesca ricreativa. A questo riguardo, vale la pena ricordare il contratto finanziato dalla UE per un sistema di registrazione elettronica delle attività di pesca per il quale dovranno in particolare essere considerati elementi per migliorare le attuali misure di controllo delle catture ricreative di spigola nell'Atlantico, merluzzo e salmone nel Baltico e occhione nel Mediterraneo.
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