La scorsa primavera Patagonia ha lanciato la campagna Artifishal per mettere in luce l’effetto devastante degli allevamenti ittici. L’omonimo documentario di Liars & Thieves!, realizzato in collaborazione con l’azienda, esplora l’elevato costo ecologico, finanziario e culturale della nostra erronea convinzione che le soluzioni ingegneristiche possano compensare la distruzione degli habitat naturali. Il film denuncia l’impatto dei vivai e degli allevamenti ittici, un’industria che ostacola il recupero dei pesci selvaggi, inquina i nostri fiumi e contribuisce al problema che invece dichiara di risolvere. La campagna europea, a sostegno dell’ambiente, documentando i processi dell’industria dell’allevamento del salmone in Islanda, Norvegia, Scozia e Irlanda, chiedeva al pubblico la firma di una petizione rivolta ai governi di questi Paesi per vietare la pratica dell’allevamento dei salmoni in recinti di rete in mare aperto.
Lo scorso 5 settembre, insieme a una delle ONG locali che si battono per questa causa, la Salmon and Trout Conservation Scotland, i membri del team europeo di Patagonia ha consegnato al Parlamento scozzese una petizione con 175.000 firme, chiedendo di eliminare gradualmente gli allevamenti di salmoni in recinti di rete in mare aperto, che minacciano i pesci selvatici e la natura selvaggia circostante. Il testo della petizione recita: «Ai governi e ai parlamentari di Islanda, Norvegia, Scozia e Irlanda: da parte di tutti i cittadini europei, vi invitiamo a porre fine alla devastazione dei pesci selvatici e degli ecosistemi circostanti causata dagli allevamenti di salmoni in reti aperte. Vi chiediamo di imporre un divieto immediato all’apertura di nuovi stabilimenti produttivi così strutturati e di impegnarvi a eliminare gradualmente quelli già esistenti». La petizione è stata consegnata a Gillian Martin, membro del parlamento scozzese e presidente della Commissione per l’Ambiente, i Cambiamenti climatici e la Riforma agraria. Tale comitato ha già proposto una regolamentazione più severa per l’industria della salmone e ora dovrà mantenere la pressione sul governo affinché si attenga a tali raccomandazioni. Se attuate, le normative aiuteranno a eliminare l’utilizzo di recinti di rete in mare aperto, che consentono la diffusione di parassiti, malattie e inquinamento. Queste reti possono anche subire danni, permettendo a migliaia di salmoni d’allevamento di fuggire, mettendo la popolazione selvaggia a grave rischio di contaminazione genetica.
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