Dopo il recente decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) che riduce da 200 a a 50 il numero di ami utilizzabili per la pesca con il palamito e che vieta l’uso di verricelli elettrici per salparli, non si fanno attendere le reazioni politiche che provengono soprattutto dalla Liguria, dove insiste una radicata tradizione di uso di questi attrezzi. Da 200 a 50 ami su un attrezzo passivo sembra essere un colpo duro per i praticanti, un po’ difficile da comprendere magari per chi si preoccupa di usare ami senza ardiglione e pescare solo a secca; ma sono due mondi distanti e difficili da conciliare. Sarà che a forza di sbarchi ci vogliono davvero tanti ami per fare quota di legge? Non serve più dire che per non infrangere il regolamento i pesci fuori carniere salpati già morti dovrebbero essere rigettati a mare. Assurdo, no? Certo, non sembra strano che possa accadere facilmente anche con ‘soli’ 50 ami. Pare alla fine che i 200 ami servissero davvero ad arrivare faticosamente agli agognati 5 kg di pesce per autoconsumo, ma qualcuno potrebbe dire che si dovrebbe fare media: oggi prendo di più ma fa media con quando non prendo, basta avere il congelatore, mica si deve per forza regalare o magari vendere... Potremmo rifare così le regole che dovrebbero valere sempre per tutti. Ovvio che non funzionerebbe: l’argomento infatti è ingannevole perché non riguarda tanto i pesci, quanto il carattere tradizionale dell’attività. E sinceramente non si capisce bene come questa possa essere messa in crisi dalla diminuzione del numero degli ami e tanto meno dal divieto di usare verricelli elettrici. (m. s.)
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