La Pesca Mosca e Spinning
a cura di «La Pesca Mosca e Spinning»
Sommario
I meccanismi di ricerca del cibo da parte della trota e il diverso funzionamento del suo istinto di conservazione nei vari ambienti, a più o meno alta pressione piscatoria, e nei tratti no kill.
Un resoconto fresco fresco, nel quale vibra ancora forte l’emozione per la selvaggia giungla equatoriale e per le catture da infarto. Con una rassegna dei pesci presenti e mirati consigli sull’attrezzatura e gli artificiali. E con la compiaciuta conferma di alcuni convincimenti personali.
Due varianti per una particolare tecnica di avvolgimento della hackle, impiegata di solito per il collarino delle dry fly. Storia, tecnica e dressing, con la rassegna fotografica di numerose applicazioni.
Dopo aver visto nella prima parte per quali motivi le trote non attaccano l’artificiale, ecco qui l’esemplificazione dei casi in cui esse inseguono l’artificiale, ma non si decidono ad attaccarlo.
Tecniche e artificiali da impiegare quando all’orizzonte non appare alcun pesce attivo. Bersagli statici, bersagli dinamici, segnali di presenza. Perché il senso dell’acqua è istintivo, ma può crescere con l’esperienza.
Le grandi piene che sui laghi prealpini si verificano solitamente in primavera e in tardo autunno sono avvenimenti che stravolgono i fondali del lago, smuovendo i grossi lucci ad avvicinarsi con meno cautela all’immediato sottoriva.
È il fiume Vellach, nella Carinzia meridionale, un corso d’acqua che cambia più volte aspetto nella sua corsa, ora aperto e spazioso, ora stretto nella vegetazione circostante. Da quest’anno, con lo stesso permesso è possibile pescare anche nella Savinija, in territorio sloveno.
A chiarimento di un discorso fatto qualche numero fa, ecco la descrizione delle diverse tecniche di montaggio dei soft plastic: minnow e crab.
La pesca a mosca costituisce una tecnica talmente raffinata che basta un minimo sbilanciamento nell’assetto del sistema canna-mulinello-coda-finale per ottenere risultati insoddisfacenti. Bisogna anzitutto intendersi sul concetto di peso.
Ma è proprio vero che nella pesca del bass, in una normale uscita come in un tournament, si usa soltanto il 3% di tutte le esche che si tengono stivate nelle proprie scatole?
La pesca a mosca in mare, ormai, sta contagiando anche i fedelissimi della trota e del temolo. Gli autori di questo articolo sono soliti partire insieme alla volta del delta dell’Ebro per rinnovare forti emozioni e grandi catture. Le tecniche di Pozzolini e le mosche di Borselli.
Spesso, nella consultazione della bibliografia straniera e delle pagine web, così come nei rapporti con collezionisti esteri, emerge la necessità di conoscere la terminologia tecnica specifica e la sua traduzione inglese. Soprattutto per i mulinelli.
SommarioAlcuni consigli di carattere generale, sull’importanza di una accurata scelta del posto, precedono la disamina di un inconsueto modo di affrontare la fatidica giornata dell’apertura, con una tecnica antica e in parte dimenticata.
Intrecciati in polietilene, termo-fusi in polietilene, fluorocarbon: pregi e difetti, segreti, modalità d’uso e naturalmente comparazione fra i moderni “superfili”, specie in relazione alla loro evoluzione più recente e alle prospettive future.
In un’aspra vallata dell’Appenino modenese giace un tratto del torrente Scoltenna preservato dalle brutture - insieme alle sue difficili trote - dalla passione e dalla caparbietà del Pievepelago Mosca Club.
Per riuscire a pescare a spinning i quasi impossibili persici che stazionano sul fondo del lago d’Orta occorre ricorrere a un particolare sistema di piombatura, qui descritto nel dettaglio.
Attrezzatura, imitazioni, ma soprattutto tecnica e mentalità vincenti per affrontare con soddisfazione l’apertura a mosca secca nei torrenti del piano e nelle risorgive. Con cinque mosche pigliatutto.
Un articolo un po’ diverso sul crank, derivante dalle chiacchierate con cinque assoluti fuoriclasse, innamorati da sempre di questo artificiale: Yoshizo Akamine, Michael Iacomelli, Tanguy Marlin, Katsutaka Imae, Hideyuki Nomura.
Dopo gli splendidi esiti della prima stagione di questa importante realtà (vedi il n. 5/2003), ecco un approfondimento con tre protagonisti della sua gestione: ne emergono soprattutto immani sforzi, soddisfazioni, traguardi futuri.
Tutto, ma proprio tutto quel che bisogna fare prima di rinunciare all’uscita a trote, dalla minuziosa verifica della presenza di altri pescatori sul posto di pesca ai cambiamenti mirati nel tipo, nella misura e nel colore dell’artificiale impiegato.
Un innovativo stile di dressing per una vera outsider tra le grandi mosche topwater per il mare: dressing, azione, costruzione, taglie, protezioni, finiture, prede e presentazioni.
Un tipo di artificiale che salta sulla superficie del mare come un pesciolino impazzito. Nato da una variazione su alcuni modelli impiegati negli States per la pesca del serra, ha dato esiti entusiasmanti con le nostre lampughe.
Termina la carrellata sui principali tipi di cestini da pesca, dai modelli inglesi e francesi dell’Ottocento alle contemporanee rivisitazioni americane, passando per i modelli asiatici e quelli in metallo.
Sono sintomi di una pesca al bass particolarmente difficile, ma non impossibile, almeno se la temperatura dell’acqua non è troppo bassa: tutte le chance offerte dal jig e da alcune valide alternative.
Non temete: è l’ultima parte. Pesca, ferrata e recupero della carpa da riva, pesca dal belly boat. Differenze tra carpa e amur. Ora Mauro è soddisfatto. Potremo costringerlo a ricominciare a scrivere di costruzione.
SommarioA due anni dal primo articolo, torniamo nel comprensorio di Parco Laghi per dar conto delle novità di una struttura che si è affermata come una delle più importanti del nostro paese. Una giornata di pesca nei sei piccoli laghi della riserva Fario, con una appendice sullo spinning.
Dalle velate acque dei grandi fiumi del piano, con particolare riferimento al Po, a quelle cristalline dei laghi prealpini: le tecniche più redditizie e gli artificiali più adatti per catturare questo splendido predatore.
Rispondendo a tre obiezioni rivolte all’articolo Se questa è pesca, viene affrontato il difficile argomento delle motivazioni più profonde del nostro sport preferito.
Dopo aver parlato di lancio, eccoci al recupero. Per eseguirlo ad arte occorrono soprattutto due elementi: la conoscenza, sia teorica che pratica, degli artificiali impiegati e la versatilità.
Per l’autore, l’avrete capito, ogni stagione è buona per convincere il moschista tradizionale ad abbandonare alcune delle sue certezze per cominciare l’avventura del mare. Il pretesto è ora dato dall’inverno.
Soft plastic minnow, soft squid e soft crab: tre tipi di artificiali molto realistici che occorre saper montare correttamente in relazione all’ambiente e alle prede che si intendono insidiare.
La caramella e le lasagne, ovvero nove mosche per i periodi caratterizzati da una bassa temperatura dell’acqua, quando il pesce è attento a ogni benché minima dispersione di energia.
Tutto quel che si può trovare sul mercato per tenere in ordine, nel modo più razionale e funzionale possibile all’azione di pesca, i propri preziosi artificiali.
Proviene dall’estero questo strano tubicino di fili intrecciati, dalle molteplici sfumature di colori, completamente cavo al suo interno: è ideale per imitare i corpi di pesciolini o di altri esseri viventi.
Il resoconto entusiasta di un lettore che è andato a cercare lucci con la guida di Carlo Alberto Rizzini, un italiano che ha coronato il suo sogno e che ha ora raggiunto una conoscenza quanto mai approfondita dei migliori ambienti irlandesi.
I puristi che hanno storto il naso la prima volta avranno ora un crampo facciale. Sembra proprio un accurato divertissment questa dettagliata analisi di ogni fase della pesca della carpa a mosca in laghetto, per di più con “ciuffolotto” dalla costruzione quasi banale.
Una serie di indicazioni per effettuare i propri acquisti di pesca con discernimento, per essere soggetti attivi e non passivi del meccanismo commerciale della domanda e dell’offerta.
Uscito dalla fatica dell’ultimo libro, l’autore illustra gli aspetti più artistici di un accessorio da pesca che oggi è divenuto quasi obsoleto, ma nel quale era racchiusa grande abilità artigianale.
Temoli mediterranei e temoli danubiani: dagli anni ruggenti delle gite in Valsesia e Valtellina alle opportunità dei giorni nostri: per chi si affretta, diversi ambienti che chiudono a fine novembre: pochi giorni dopo l’uscita della rivista, ma... ci proviamo ugualmente.
SommarioLa scelta del finale può sembrare un aspetto poco rilevante nel complesso universo delle attrezzature per la pesca a mosca. Proviamo a valutarne l’importanza e a capire come identificare quello più adatto alle esigenze di ognuno.
Dopo aver parlato dei sistemi applicati alle varie categorie di esche artificiali “rigide”, questa volta è il turno della vasta gamma delle esche artificiali “morbide” (esche siliconiche, viniliche, jig e weedless soft-plastic bait).
La diga di Montedoglio, che sbarra il fiume Tevere nella sua parte iniziale, ha dato origine alla nostra prima tail water, zona caratterizzata da livelli uniformi e temperature costanti, sull’esempio di quanto accade sul blasonato San Juan River nel New Mexico.
Tutto sul muskellunge (Esox masquinongy), grande predatore simile al luccio, abitante della zona dei grandi laghi situata tra USA e Canada. Morfologia, specie, abitudini. Tecniche, attrezzatura, artificiali, hot spots.
Una veloce vetrina su una gamma nuova di zecca di artificiali da bass, specificamente pensati per il mercato italiano.
In luogo del tradizionale articolo di storia e antiquariato, il resoconto di un viaggio nella parte argentina della Patagonia, al di là della barriera rappresentata dalle Ande cilene. Una settimana su Rio Malleo, Rio Chimehuin, Rio Collon Cura.
Argomento abbastanza negletto in libri e riviste, il tema del lancio nello spinning ha dato vita a molti equivoci e a false convinzioni. Qui, in via introduttiva, si cerca di sfatarne alcuni, parlando anche di distanza e di precisione.
Alla fine di un articolo che proprio di costruzione non è, quanto semmai uno spunto per considerazioni – piuttosto amare – su una certa evoluzione della pesca a mosca, si trovano i dressing di nove sperimentati artificiali.
Le caratteristiche prevalenti dei pescatori di bass americani, giapponesi, italiani, spagnoli, portoghesi: ogni popolo ha le sue acque e ha maturato di conseguenza uno specifico approccio globale alla pesca del centrarchide.
Un’entusiasmante avventura nei pressi della foce del Rio Parismina per confrontarsi con i tarpon della zona, ma anche nelle lagune al centro delle foreste pluviali, a caccia di machaca, del guapote e della mojarra.
Una serie di ondulanti dedicati alla pesca dei grandi salmonidi, dalla trota di lago canadese ai salmoni atlantici, di provenienza nordeuropea, soprattutto scandinava: Solvkroken, Landa, Kuusamo, Fladen Fishing.
Termina la disamina della specificità del recupero nella pesca a mosca in mare. «L’azione impartita alla mosca è parte essenziale della sua imitatività, spesso superando nettamente in efficacia la resa imitativa realistica con la parvenza di vita».
Nonostante la grande diffusione delle esche siliconiche per lo spinning in mare, non sono ancora chiare agli utilizzatori le tecniche specifiche per il loro uso. In questa prima parte, una classificazione sulla base del rapporto peso/massa/galleggiamento.
Piccola storia dei contenitori per i materiali per la costruzione delle mosche: dalle cassette in legno realizzate e personalizzate pazientemente in proprio ai moderni e pratici borsoni proposti in varie misure sul mercato.
Approfondimento su un argomento al quale si era accennato trasversalmente nei precedenti articoli sulla pesca del bass. Con riferimento particolare alle esche siliconiche, una serie di preziose risposte a Frequently Asked Questions.
In risposta alle sollecitazioni dei lettori, un breve intervento sull’autocostruzione degli artificiali, con la storia di uno dei tanti appassionati che ci ha contattato e con alcuni strumenti di approfondimento.
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