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a cura di «La Pesca Mosca e Spinning»
Sommario
Speciale nello speciale, un doppio articolo su una delle tecniche più in voga del momento, che coinvolge i fantastici metal jig nella pesca dalla costa usufruendo di tutto il loro potenziale nel lancio e non solo. La versione originale e una più ‘mediterranea’.
La vacanza al mare può rappresentare l’occasione di provare a pescare a mosca in mare: basta rinunciare alle solite scuse (l’attrezzatura, gli orari) che in acqua dolce non ci sogneremmo mai di avanzare. Ambienti, prede, approcci.
Nella pesca della spigola, come in quella di molti altri pesci, è fondamentale la scelta dell’ecosistema in cui recarsi, che a sua volta dipende direttamente dalla stagione e dal suo andamento climatico, il tutto correlato al comportamento del pesce.
Specie molto lontane fra loro, non solo per gli ambienti diversi in cui vivono, tonno rosso e tarpon sono entrambi grandi, potenti, agili e veloci, selettivi, scaltri, in grado di mettere a durissima prova le attrezzature da mosca. È nata così l’idea di un confronto.
«Un incrocio meraviglioso fra spinning e rockfishing»: è il light spinning nella versione proposta da Nicola, che illustra le possibilità nello stretto di Gibilterra come ai Caraibi, ma anche in altri mari, suggerendo attrezzature e artificiali».
L’idea del gambero nasce dall’impiego di un nuovo materiale di provenienza scandinava, un dorso in pellicola plastica chiamato Pro 3D Shrimp Shell; quella del granchio parte dall’efficace modello impressionistico di un costruttore danese, Jesper Petersen.
Lo spinning al tonno è ormai una realtà consolidata, che ha subito una necessaria evoluzione e un assestamento tecnico per adattarsi alle diverse situazioni di pesca. Vediamo come si è sviluppata e quali modifiche ha imposto al mercato delle attrezzature.
Per godere del fascino della pesca a mosca in mare non è necessario recarsi nelle mete tropicali. Un buon modo per cominciare è, nel nostro mare, insidiare sgombri e sugarelli da una barca noleggiata, per esempio nella zona della foce del Po.
Dopo aver tanto parlato di spinning dalla costa rocciosa, l’autore illustra gli esiti delle sue esperienze da natante ed è prodigo di consigli per chi è agli inizi di quest’affascinante avventura, a partire naturalmente dall’approccio allo spot.
Pesce dalla sagoma inconfondibile, assai diffuso lungo tutte le nostre coste, l’aguglia offre diversi interessanti spunti al costruttore di artificiali, che si trova a dover ricorrere agli equilibrismi più fantasiosi per imitare il suo lungo corpo affusolato.
Un attraversamento trasversale tra varie tecniche di pesca con gli artificiali al di là della superficie, che dall’acqua dolce porta al mare con lo scopo di trovare un filo rosso nascosto: dalla ninfa al drop shot, da Mebaru e Aji fishing all’inchiku.
Le difficoltà della pesca a mosca nei nostri mari, con le concrete possibilità di ripetuti cappotti, non sono tali da far resistere al richiamo della cattura di prede marine. Ci vuole perseveranza, umiltà, tanta conoscenza degli spot e delle abitudini dei pesci.
Fra le diverse opportunità offerte dalla coste liguri, Giorgio ha testato più volte con successo la zona di Lavagna, sia a spinning e vertical dalla barca, sia a spinning da riva alla foce del fiume Entella. Le attrezzatture e gli artificiali più redditizi.
Una particolare imitazione di granchio in piume di fagiano con struttura in linea (è la posizione di difesa), ideata da C. Taylor. Da usare lungo le nostre coste per la spigola, ma anche per i grufolatori maggiori.
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In questa sezione è possibile leggere e scaricare gratuitamente articoli pubblicati su numeri arretrati e citati dai loro autori o da altri articolisti in numeri più recenti della rivista. Contiene inoltre i trenta articoli della serie #IoRestoaCasa pubblicati nel periodo del lockdown 2020.
Fabio Federighi, Italian style (2/2013)
Giorgio Montagna, Grossi cavedani a spinning (3/2016)
Massimo Magliocco, Trote difficili (2/2017)
Francesco Paolini, Leccia amia (4/2016)
Nadica e Igor Stancev, Night Caperer (1/2017)
Renzo Della Valle, Lipless e trote in laghetto (1/2016)
Claudio Carrara, Milan Stefanac. Un uomo e il suo fiume (2/2017)
Giorgio Montagna, Persici, lipless e legnaie (5/2018)
Giovanni De Pace, Jelly Fly. The new Flash Fly (5/2017)
Gianluca Sulas, Spigole fra spiaggia e bassa costiera (6/2018)
Hans van Klinken, Klinkhamer Special. The final story (1/2016)
Enzo Venturini - Paolo Zambelli, I cavedani di Re Tiberio (2/2017)
Pietro Brunelli, Il 'peso' della mosca (2/2018)
Stefano Marconi, River pike (6/2018)
Stelio Di Manno, Lambswool (1/2015)
Sabele Fiorot, Spinning in laguna (1/2018)
Alberto Gargantini, Torrenti alpini. Istruzioni per l'uso (4/2017)
Francesco Li Bianchi, Light spinning mediterraneo (4/2016)
Fabio Federighi, Danica. Dalla ninfa alla spent (3/2011)
Renzo Della Valle, Cranking time (3/2017)
Adriano Piazzesi, Friuli. A pesca nel paese dei temporali e delle primule (2/2016)
Ettore Miletto, Val d'Egua (4/2016)
Paolo Trabucchi, Sasoi. Il cuore della Tenkara (6/2018)
Giorgio Montagna, Tre tecniche per le trote estive in laghetto (5/2017)
Massimo Magliocco, Il lancio angolato (1/2018)
Francesco Paolini, Palamite (5/2017)
Federico Casari, Crayfish up (1/2018)
Mauro Marzi, Top water pike (3/2017)
Mirko Dalmonte Martelli, Limentrella (4/2018)
Renzo Della Valle, Feroci cavedani (2/2017)
Pietro Brunelli, Lancio. La tradizione americana (5/2009)
Fly Tying Experience 2018 (2/2018)
Roberto Pragliola, E adesso, come la mettiamo? (3/2004)
Roberto Pragliola, Progettare una canna (1/2006)
Alessandro Galletti, Hucho-Hucho (6/2016)
Giorgio Montagna, Aspi dalla barca (5/2010)
Luca Ciuffardi, La riproduzione dei salmonidi (6/2016)
T2Tribe, Street Fishing in Holland (2/2015)
Antonio Varcasia e Mauro Sanna, Il rifiuto (6/2006)
Fabio Federighi, Snowshoe rabbit feet (6/2009)
Stefano Ticchiati, Havørred Fyn: Organza Shrimp [pagine aggiuntive] (4/2016)
Piero Letizia, A Tenkara sul grande fiume (3/2015)
Adriano Piazzesi, Andar per trote e osterie (4/2009)
Paolo Germani, Pendolino Rig System (1/2015)
Marco Sammicheli, Antonio Rinaldin, Puglisi Style (5/2007)
Ivano Mongatti, Polipropilene (1/2009)
Ivano Mongatti, Diamoci un taglio (3/2006)
Francesco Paolini, L'oceano dietro l'angolo (3/2012)
Paolo Polimeni, Costa Viola (4/2014)
Giorgio Montagna, Persici e cavedani del Lago Maggiore (5/2014)
Ivano Mongatti, Il luccio in Toscana (4/2007)
Ivano Mongatti, Soft hackles push up (4/2009)
Ivano Mongatti, Push forward (5/2013)
Davide Mazzesi, Trek 'n' trout (3/2013)
Luca Quintavalla, Frog explosion (3/2013)
Alessandro Sgrani, La ninfa a salire (2/2010)
Mauro Borselli, Quando i salmoni bollano (5/2005)
Mauro Borselli, X Flies (1/2013)
Fabrizio Cerboni, Calendario spigolaro (4/2013)
Mauro Borselli, Gummi minnow alternativi (3/2008)
Fabio Federighi, Heavy gammarus (4/2011)
Jacopo Gallelli, Street fishing cocktail (2/2013)
Ivano Mongatti, Soft hackles push up (4/2009)
Max Mughini, Winter maintenance (6/2009)
Riccardo Papini, Street fishing a Parigi (3/2010)
Jacopo nasce il 4 ottobre 1981 a Chiusi, in provincia di Siena, una piccola realtà di provincia dove passioni come la pesca e la caccia si intrecciano alla realtà contadina. Proprio in questo contesto, all’età di quattro anni, durante una delle innumerevoli visite estive alla nonna ‘Maria’ (sua prima grande sostenitrice) nacque l’amore per la pesca. La giornata era calda e soleggiata, una di quelle in cui il canto delle cicale risuona nell’aria. Il fratello maggiore di Jacopo, Duccio, si era recato al lago per pescare e il padre Giuseppe aveva deciso di raggiungerlo in compagnia del suo figlio più piccolo. L’emozione era grande, tutto intorno brulicava di vita, e il lago, allora limpido e ricco di qualsiasi genere di pesce, risplendeva come una moneta d’argento incastonata fra i campi di girasoli e di grano. Una giornata perfetta per sognare. Infatti, dopo la prima cattura di un persico sole, caduto vittima della sue insidie, aveva dichiarato di voler fare il ‘pescatore’ da grande.
Oggi vive a Firenze e, dopo aver gareggiato con successo nei più importanti tornei di Bass Fishing in Italia e all’estero, lavora come guida di pesca (), un mezzo, come quello di scrivere, per colmare la differenza fra il sogno di bambino e i progetti di adulto. Collabora, inoltre, con varie aziende del settore, mai tralasciando il sentimento e l’aspetto mentale della pesca, che a suo parere ne rappresenta l’essenza.
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2/2013 Street fishing cocktail
3/2013 Passione sugarello
5/2013 Diagonal fishing per il persico
A pesca con l'ombrello
Nato a Lucca nel 1949, qui risiede e ha lavorato come insegnante di Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali in una scuola media statale. Pesca dal 1959. Ha partecipato a molte gare agonistiche vincendo anche un campionato provinciale di pesca giovanile. Ha pescato in squadra con Carlo Chines sul lago di Vagli. Abbandonato l’agonismo, si è avvicinato alla pesca a mosca ed è riuscito, in breve tempo, a imparare la difficile arte del lancio e della costruzione delle mosche rinnovando completamente il suo modo di intendere la pesca. Una brutta epicondilite al gomito destro lo ha costretto ad abbandonare quella splendida disciplina impedendogli di lanciare correttamente. Se non poteva più lanciare con una canna da mosca, poteva ancora costruire artificiali. L’incontro con un esperto pescatore di trote lo fece diventare un accanito sostenitore della pesca a spinning e le esperienze costruttive di mosche e streamer si trasformarono ben presto in autocostruzione di minnow, popper e spinnerbait.
La sua pesca è ‘monotematica’, se così si può definire. Sceglie, cioè, il tipo di pesce da insidiare e per un lungo periodo non si dedica ad altra creatura ittica. Studia il suo comportamento, l’ambiente in cui vive, la sua alimentazione. Progetta e realizza artificiali con cui insidiare quella specie. Si è dedicato, nell’ordine, alle seguenti specie: cavedano, trota, black bass, persico reale, luccio, spigola, serra, leccia, seppia/totano/calamaro, barracuda, grossi pelagici.
Dal gennaio 2001 al 2008 ha curato la rubrica mensile «Fai Da Te» sulla rivista «Pescare». Partecipa in modo attivo a diversi Forum su Internet dedicati allo spinning sia in acque interne che in mare. Ha realizzato numerosi nuovi modelli di artificiali per la spigola che si sono rivelati molto efficaci. Attualmente è titolare della ditta «Moreno Bartoli Advanced Custom Lures», dove produce gli artificiali Exact Lures e le canne Exact Rod. Famose tra le sue esche la Sibilla, il Mephisto, il Jumperocchio, il Beccaleccia, e tra le sue canne l’Athena e l’Esperia. Nel 2004 ha pubblicato per l’Editoriale Olimpia il Manuale del costruttore di Esche Artificiali
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2/2012 Reggicam
5/2012 Livree olografiche
6/2012 Un gambero per seppie, totani e calamari
2/2013 Uno snodato per il LRF
3/2013 Eppur si muove
5/2013 Una scommessa difficile
6/2014 Portacanne interno per auto
1/2015 Spinnerbait a paletta singola
2/2015 Rotante tandem
3/2015 Rotante minnow
4/2015 Buzzbait
5/2015 Minnow tradizionali e innovativi
6/2015 Popper
1/2016 Egi
2/2016 Lipless crankbait
3/2016 Walking the dog
4/2016 Granchio Kabura
5/2016 Ondulante da luccio
6/2016 Jig da luccio
1/2017 Propeller bait
2/2017 Skipping lure
3/2017 Plastic worm
4/2017 Deep diver
5/2017 Cavalletta
6/2017 Multi-jointed
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«Sin dai suoi albori la mosca è stata concepita ‘up stream’, a risalire, ponendo in questo metodo di pesca anche motivazioni di carattere etico. Ma l’evoluzione del comportamento del pesce e del pescatore ha portato a rivedere questa attitudine, radicata da sempre nel dna del fly angler».
Artificiale da bass fra i più invasivi, il prop è anche uno dei top water più interessanti. Il rumore e la turbolenza che genera in acqua sono capaci di destare la curiosità del pesce più distratto come di quello più cauto.
Il successo della Hare’Ear sta probabilmente nel fatto «che la sua forma amorfa e la sua silhouette non imitano un insetto particolare, potendo essere la mosca scambiata dai pesci per la ninfa sia di una effimera che di un plecottero, ma anche per una larva o una pupa di un tricottero».
Pesci molto divertenti da insidiare, nell’Atlantico come nel Mediterraneo, le palamite sono interessate a varie tipologie di artificiali, utilizzabili con attrezzature da spinning o da casting. Avvincente la pesca sulle mangianze.
Questa volta l’attenzione per le tecniche di pesca giapponesi riguarda il settore della mosca, che da qualche tempo guarda con interesse al Tenkara, simile per certi versi alla nostra valsesiana, e l’ha importato su alcuni corsi d’acqua italiani. Mosche, attrezzature, lancio, ferrata.
Attrezzature, tecniche e una selezione di dieci artificiali ‘classici’ per il cavedano lacustre, suddivisi per l’utilizzo nella stagione calda e in quelle con acqua più temperata (inizio primavera e fine autunno). Con notizie e consigli su lancio e recupero.
«L’equilibrio e il movimento sono i cardini su cui imperniare la costruzione di mosche da pesca. A ogni lancio le nostre mosche devono poggiare correttamente in acqua, posarsi e trovar posto in acqua nella giusta posizione. Solo così le piume e i peli che conferiscono loro movimento potranno fare il proprio lavoro d’attrazione».
Artificiale per la pesca notturna della spigola in foce, l’Half & Eel è un’ibridazione fra la Eel Punt di Ken Abrames e l’Half and Half, che a sua volta è uno dei casi più celebri di fusione fra gli stili del Bernard Lefty Kreh del Deceiver e il Bob Clouser dell’omonimo Deep Minnow.
Un articolo della serie «Sull’acqua» nel quale non vengono analizzate strutture diverse ma una sola, la cascata, in sette varianti, ognuna delle quali va valutata, oltre che dal punto di vista dei livelli e del colore dell’acqua anche da quello morfologico, pescandola con metodi e artificiali specifici.
COSTRUZIONE MOSCA
L’alborella rappresenta in molti ecosistemi la biomassa animale di maggiore entità, rientrando nella dieta di diversi pesci predatori, tanto che in certi periodi, come quello della riproduzione, ne rappresenta la base, se non la totalità.
Artificiale antialga, galleggiante o ibrido (alternando momenti in cui è emerso a momenti di immersione), totalmente o parzialmente imitativo, la rana ha dato vita a uno stile di pesca vero e proprio, il frog fishing, che si declina a seconda dell’ambiente frequentato e della tipologia impiegata.
Nei cinque anni trascorsi dalla sua iniziale presentazione, l’anguillina ha subito numerosi miglioramenti, con l’impiego di uno snodo, di tubetti siliconici e soprattutto di una struttura di acciaio, dando vita, anche in questo artificiale, all’intercambiabilità.
Il fascino della pesca nei laghetti alpini raggiungibili solo con un (lungo) percorso a piedi. Approccio alla montagna, luoghi e momenti, azione di pesca, canne, mulinelli e artificiali.
Moreno presenta alcune creazioni di Silvio Da Rovere, ‘l’anarchico dello spinning’, volte a ricercare la produzione di vibrazioni in artificiali pensati per rimanere fermi, o quasi, nella cosiddetta strike zone.
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Si è rinnovata anche quest’anno la tradizione del trofeo di costruzione e lancio tecnico organizzato dal Mosca Club Treviso.
La scogliera di media profondità, caratterizzata da particolari formazioni rocciose, abbinata alla risacca è uno degli habitat d’elezione per uno spinning di ricerca che allunga la stagione classica della caccia al moronide.
«I chironomi, le loro imitazioni e le tecniche per utilizzarle con successo: forse il modo più complesso e coinvolgente di affrontare le acque ferme».
La disamina sull’attrezzatura e sulle tecniche di pesca da attuare nei diversi periodi dell’anno precede la presentazione di alcuni artificiali che hanno garantito successi costanti nella caccia all’aspio.
Esiste qualcosa nel modo di costruire dei fly tyier italiani che è del tutto peculiare, difficilmente rintracciabile nelle mosche realizzate all’estero. Ed è qualcosa, secondo l’autore, che prende le mosse dalle prime intuizioni di Francesco Palù.
L’autore presenta quattro realizzazioni di un costruttore di artificiali toscano appassionato di lucci e di grossi predatori, accompagnando la loro descrizione a una lunga intervista al personaggio: Claudio Giagnoni, detto ‘Oliffo’ .
Mosche, attrezzature e finali per insidiare con successo l’esocide. Con l’indicazione di un luogo ideale per questo tipo di pesca: il lago di Rascino, in provincia di Rieti.
Dopo aver presentato nella prima parte dell’articolo le combinazioni canna-mulinello che è solito impiegare in questo tipo di pesca, l’autore indica come effettuare la scelta in base a sette criteri fondamentali ed esemplifica cinque situazioni-tipo.
Esistono varie scuole di pensiero sui modi migliori per connettere la coda al finale. Ivano, dopo essersi confrontato con pescatori a mosca di tutta Italia, ne presenta qui una selezione di otto, validi per l’acqua dolce, indicandone pregi e difetti.
Un mare da sogno, quello offerto da questa lontana destinazione nel mar Pacifico, che ospita prede di grande mole, pesci che richiedono attrezzature potenti per esperienze quasi sempre estreme.
Gambero rosa (o bianco), gambero delle rocce e gambero grigio sono, nelle acque mediterranee, i gamberi più frequentemente vicini alle coste e quindi quelli che interessano con maggiore frequenza i pescatori a mosca. Con ventidue imitazioni.
Noto pescatore di bass, Jacopo si presenta ai nostri lettori con un articolo ‘diverso’, che vuole stimolare la riappropriazione di luoghi di pesca urbanizzati, dove impiegare un’attrezzatura ultraleggera per una pesca che privilegi il numero e la varietà delle catture.
Hot spot primari e secondari, tecniche e tattiche, artificiali, attrezzature tecnologicamente avanzate: questi i temi del secondo intervento di Mauro sul tema della difficile pesca dei serranidi nell’ambiente portuale.
La richiesta di un amico sprona Moreno alla modifica di un suo noto artificiale per adattarlo alle esigenze del light rock fishing: una mini Sibillina da 5 g.
Un sistema alternativo per costruire le sedge con ali a capanna, sopperendo con un sostrato di scotch alla loro usuale fragilità.
