La Pesca Mosca e Spinning
a cura di «La Pesca Mosca e Spinning»
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Le coperture più fitte nelle quali si cela il bass richiedono approcci particolari. L’autore, dopo una disamina degli ambienti, indica le tecniche più redditizie e gli artificiali migliori (gamberi, creature, jig, frog), presentando alcuni modelli recenti che gli hanno dato buoni risultati.
«Il sole stava ormai tramontando e la lunga fila di ombre distese lungo la superficie faceva da cornice allo splendore del fuoco che incendiava le colline. La coda si sollevò dall’acqua e iniziò la sua corsa conquistando in fretta lo spazio circostante; gocce di pioggia si dissolsero nell’aria...».
«Panama occupa nell’immaginario collettivo dei pescatori un posto di riguardo in quello che potrebbe essere il Santo Graal della pesca, insieme alle Maldive e alla East Coast australiana». Il viaggio, le stagioni, le tecniche, l’attrezzatura.
Prima parte di lungo intervento sugli streamer, che riassume il pensiero e l’esperienza dell’autore in materia. Sono qui presentati gli streamer classici, di stampo tradizionale, realizzati con materiali naturali. Otto modelli, un montaggio e un video.
Molto si è parlato negli ultimi numeri di streetfishing. Qui Daniele – che siamo lieti di avere nuovamente fra i nostri collaboratori – affronta un tema particolare: quello delle tecniche da attuare per praticarlo nel mezzo del giorno, con il sole alto. Gli artificiali, i loro colori, le attrezzature.
Ecco un altro frutto della collaborazione fra i due autori fiorentini. Alessio parla di luoghi e tempi, attrezzature e tecniche, Fabio presenta cinque tipologie di mosche valide per le acque basse, dalle più classiche alle innovative Franc N’ Snaelda (una fusione di Red Francis e Snaelda, in versione tube).
Dopo il calendario spigolaro, che tanti consensi ha ottenuto, l’autore presenta quello valido per la trota, con un’ottica rivolta in particolare all’Italia centrale. Come sempre, osservazioni e consigli sono il frutto di un’esperienza più che ventennale in materia.
Fresco degli allori della vittoria al Trofeo Bisenzio, Fabio presenta un argomento che gli sta a cuore, ovvero quello di una realtà che frequenta molto spesso come pescatore e come volontario. Può quindi proporre una descrizione particolareggiata delle due zone principali in cui è divisa la ZRS.
Si pescano gli storioni a spinning? Sì, e in questi ultimi tempi sempre più, soprattutto nei vari laghetti a pagamento. Giorgio spiega le caratteristiche particolari di questo pesce, le tattiche da impiegare e parla di due artificiali che hanno fruttato buone catture nei luoghi frequentati.
In assenza di schiusa, chi vuole praticare la pesca a mosca in superficie può ricorrere all’imitazione di «un insetto che è caduto accidentalmente in acqua e che si dibatte arrancando per riprendere il volo o per conquistare la riva zampettando».
Non basta praticare il no kill, si sa, occorre praticarlo correttamente, altrimenti può essere del tutto inutile. E con il luccio, le dimensioni del pesce e dei suoi denti portano spesso il pescatore ad avere timore di ferirsi e a non effettuare le giuste manovre.
Dopo Fabio Federighi, anche Mauro rende onore su queste pagine al talento, all’intelligenza e all’inventiva del grande Francesco Palù. Dopo aver ricordato le caratteristiche del geniale Polifemo, presenta due versioni dell’artificiale basate sul suo XFlies Interchangeable System.
Sulla punta settentrionale della penisola dello Yucatan, nello stato del Quintana Roo, c’è un posto che pochi conoscono. È pieno di pesci, e ancora ci si può andare senza spendere una fortuna. Tutti gli incontri ravvicinati che è possibile avere.
«Questa famiglia di imitazioni consente di aprire un capitolo quasi inesplorato della pesca a mosca in mare, dedicato alla ricerca di specie non proprio classiche per il saltwater nostrano, come le orate e i rombi». Un invito a non usarli solo per bonefish e permit.
Derivante da un jerk da luccio, l’Eolo è un minijerk autocostruito di 6 cm «che può essere recuperato molto lentamente e che è ideale per pescare trote a galla con un recupero lento e costante oppure con piccole jerkate intervallate a pause».
A Marradi, in provincia di Firenze, è stato costituito un nuovo tratto no kill per la mosca e per lo spinning sul fiume Lamone. Una breve presentazione della zrs e delle sue caratteristiche, nonché degli artificiali validi per le due tecniche.
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Il resoconto dell’edizione 2013 del celebre trofeo di costruzione toscano, che da diversi anni è diventato una delle più importanti manifestazioni di pesca a mosca italiane. Con le foto di tutte le imitazioni dei primi tre classificati.
Inizia dalla trota torrente e fiume la rassegna delle principali novità nel settore artificiali che caratterizza tutto il numero, in questo caso accompagnata da un veloce riepilogo sulle tipologie di esche previste per questa tecnica dallo spinning moderno.
«La Sauvage non è una mosca artificiale ‘esatta’ nel senso naturalistico del termine, non è la riproduzione artificiale di una mosca reale; è più di questo, è una creazione, è la mosca assoluta!» (H. Bresson). Quel che conta, infatti, è il potere di suggestione.
Il Luciobarbus bocagei, endemico della penisola iberica occidentale, negli ultimi anni si è rapidamente moltiplicato nelle acque del Po, raggiungendo taglie di svariati chili e rivelandosi un avversario molto divertente nelle correnti fluviali.
Continua la serie delle mosche derivate, nel più tipico stile italiano, dalla lezione di Francesco Palù. Questa volta l’autore prende in considerazione i tricotteri, presentando una serie impressionante di tipologie e di varianti, con close up su specifiche mosche.
Dopo la panoramica generale sull’argomento effettuata nell’ultimo numero web della rivista, l’autore si sofferma qui sulle principali categorie di artificiali light da impiegare in questa pesca e, nelle foto, sui nuovi modelli che il mercato continua a sfornare.
«Ci sono giorni durante i quali i pesci ci costringono a usare il cervello: bollano per ore e noi cambiamo una mosca dopo l’altra senza riuscire a capire fino in fondo perché le nostre imitazioni vengano sistematicamente ignorate».
Il mondo del bassfishing, legato com’è all’agonismo, è uno dei territori prediletti della ricerca tecnologica e delle innovazioni nel settore degli artificiali. Ecco le novità per la prima parte dell’anno elaborate dalle principali aziende presenti sul mercato.
Non molte sono le imitazioni delle quali è possibile usufruire in inverno. Le mosche proposte sono quattro versioni di Rhithrogena, quattro di Baetis e altrettante di Leuctra: sei mosche dell’autore, tre di Marco Moscardi, tre di Niccolò Matteucci.
Privi della paletta che dà agli artificiali rolling sull’asse verticale e wobbling su quello orizzontale e con un peso specifico generalmente superiore rispetto a quello dei jerk minnow sinking: ecco i sinking lipless o, come vengono chiamati da molti, jig minnow.
Essendo questo un numero ‘speciale’, non abbiamo rispettato la stagionalità cui la serie in genere si attiene, in favore di un’imitazione che ispira nei costruttori modelli particolarmente fantasiosi, come si osserva nelle diverse proposte qui presentate.
Ecco l’ultima novità dello spinning, ancora ignota ai più. Proviene, manco a dirlo, dal Giappone, e fa ricorso di fatto a una sola categoria di artificiali: ondulanti di dimensioni micro, generalmente dai 2,5 ai 4-5 cm per un peso di 2-5 g. Modelli, colori, tecniche.
Dai due maestri macedoni, step by step, le diciotto fasi di montaggio di un modello molto imitativo di gambero di fiume che ha ottenuto un prestigioso premio e che si è rivelato assai efficace sulle grosse trote in molte acque europee.
Nove recenti artificiali consigliati da Giorgio per la cattura della trote di lago, tecnica nella quale è particolarmente esperto, suddivisi in minnow tradizionali, lipless e jointed. Insieme a uno dei tanti modelli autocostruiti che si vedono nei laghi del nord.
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Questa volta Patrizio non ci propone un intervento sul luccio, ma sui salmonidi insidiabili nell’Avisio, che scorre dalla Marmolada all’Adige, indicando due ben diverse tipologie di artificiali che gli hanno garantito delle belle catture.
«È il momento magico in cui il fiume sembra animarsi per incanto; circondati da migliaia di insetti abbiamo finalmente la possibilità di insidiare il pesce della vita che, abbandonato ogni timore, si getta con avidità sulle facili prede portate dalla corrente».
I casting jig usati per lo shore jigging possono essere impiegati con successo anche nella pesca in acque interne. In questo caso l’autore ne ha testato l’efficacia in una serie di uscite dedicate alla pesca del persico reale.
Riprendendo e modificando un montaggio proposto qualche anno fa, Ivano illustra l’idea «di creare una sorta di conicità tra corpo e hackles che regali all’insieme una silhouette accettabile, lavorando anche sulla gradazione cromatica delle due parti».
Si avvicina l’inverno e con questo il periodo della manutenzione delle attrezzature. Il più delicato e complesso dei nostri ‘giocattoli’ è il mulinello e se vogliamo effettuare un buon lavoro dobbiamo eseguire tutte le operazioni in maniera scrupolosa.
Rispondendo alle numerose richieste ricevute, Fabio propone, nell’articolo e soprattutto nel filmato che lo accompagna, la costruzione di un gambero particolarmente adatto ad acque come quelle della Tail Water Sieve in Toscana.
Sul Lambro, corso d’acqua brianzolo di modesta estensione e a corrente moderata, è possibile praticare un divertente spinning leggero al cavedano. Giorgio propone una serie di piccoli artificiali validi per acque come queste nelle varie stagioni dell’anno.
Il fiume di Espen è il Trysil in Norvegia, dove pesca da più di vent’anni e dove oggi pratica la professione di guida. Nell’accompagnare i suoi ospiti ha spesso notato la difficoltà che i pescatori italiani manifestano nell’approcciare le grandi acque.
Cosa vuol dire confrontarsi con bass di dimensioni enormi, cioè non con i ‘big’ cui possiamo essere abituati nelle nostre acque, né con quelli ben più grandi del Texas o della Florida, ma con i ‘monster’ che si possono trovare solo in Messico?
«Tra le 157.000 specie di lepidotteri che popolano la terra la stragrande maggioranza non ha una nutrizione specifica ed è quindi possibile trovare una grande variabilità tra le specie che popolano alberi e arbusti in prossimità dei fiumi».
Lo street fishing è una delle tecniche del momento. Frutto dell’adattamento alle acque dolci, operato dai pescatori francesi, del rock fishing nipponico, ha ormai trovato una sua via italiana. Ce ne parla l’organizzatore della recente «Street Fishing Parade».
Mauro riprende un argomento lasciato in sospeso qualche anno fa, presentando un altro Gummi minnow alternativo, basato sull’uso di un nuovo materiale, che garantisce particolari funzionalità costruttive.
Con la partenza dei visitatori estivi, le coste tornano a essere meta dei pescatori, locali e no. L’autunno ha caratteristiche specifiche che, a seconda dell’andamento stagionale, possono favorire presenze molto interessanti.
Uno stile di dressing che «viene utilizzato per imitare un gran numero di prede naturali aggiungendo ai dressing un dorso di schiuma che eccede la legatura di chiusura, lasciando un labbro sollevato sopra all’occhiello dell’amo».
La pesca a spinning è in costante aumento ed è oggi la più praticata. Ma il peso ‘politico’ dei pescatori a lancio è molto basso rispetto a quello di altre categorie, che hanno fra l’altro una maggiore tendenza all’associazionismo.
È possibile far diventare un octopus di 3,5 cm un artificiale completamente diverso e catturante? Moreno, al fine di dimostrare la bontà del suo modo di intendere l’autocostruzione, c’è brillantemente riuscito.
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Speciale nello speciale, un doppio articolo su una delle tecniche più in voga del momento, che coinvolge i fantastici metal jig nella pesca dalla costa usufruendo di tutto il loro potenziale nel lancio e non solo. La versione originale e una più ‘mediterranea’.
La vacanza al mare può rappresentare l’occasione di provare a pescare a mosca in mare: basta rinunciare alle solite scuse (l’attrezzatura, gli orari) che in acqua dolce non ci sogneremmo mai di avanzare. Ambienti, prede, approcci.
Nella pesca della spigola, come in quella di molti altri pesci, è fondamentale la scelta dell’ecosistema in cui recarsi, che a sua volta dipende direttamente dalla stagione e dal suo andamento climatico, il tutto correlato al comportamento del pesce.
Specie molto lontane fra loro, non solo per gli ambienti diversi in cui vivono, tonno rosso e tarpon sono entrambi grandi, potenti, agili e veloci, selettivi, scaltri, in grado di mettere a durissima prova le attrezzature da mosca. È nata così l’idea di un confronto.
«Un incrocio meraviglioso fra spinning e rockfishing»: è il light spinning nella versione proposta da Nicola, che illustra le possibilità nello stretto di Gibilterra come ai Caraibi, ma anche in altri mari, suggerendo attrezzature e artificiali».
L’idea del gambero nasce dall’impiego di un nuovo materiale di provenienza scandinava, un dorso in pellicola plastica chiamato Pro 3D Shrimp Shell; quella del granchio parte dall’efficace modello impressionistico di un costruttore danese, Jesper Petersen.
Lo spinning al tonno è ormai una realtà consolidata, che ha subito una necessaria evoluzione e un assestamento tecnico per adattarsi alle diverse situazioni di pesca. Vediamo come si è sviluppata e quali modifiche ha imposto al mercato delle attrezzature.
Per godere del fascino della pesca a mosca in mare non è necessario recarsi nelle mete tropicali. Un buon modo per cominciare è, nel nostro mare, insidiare sgombri e sugarelli da una barca noleggiata, per esempio nella zona della foce del Po.
Dopo aver tanto parlato di spinning dalla costa rocciosa, l’autore illustra gli esiti delle sue esperienze da natante ed è prodigo di consigli per chi è agli inizi di quest’affascinante avventura, a partire naturalmente dall’approccio allo spot.
Pesce dalla sagoma inconfondibile, assai diffuso lungo tutte le nostre coste, l’aguglia offre diversi interessanti spunti al costruttore di artificiali, che si trova a dover ricorrere agli equilibrismi più fantasiosi per imitare il suo lungo corpo affusolato.
Un attraversamento trasversale tra varie tecniche di pesca con gli artificiali al di là della superficie, che dall’acqua dolce porta al mare con lo scopo di trovare un filo rosso nascosto: dalla ninfa al drop shot, da Mebaru e Aji fishing all’inchiku.
Le difficoltà della pesca a mosca nei nostri mari, con le concrete possibilità di ripetuti cappotti, non sono tali da far resistere al richiamo della cattura di prede marine. Ci vuole perseveranza, umiltà, tanta conoscenza degli spot e delle abitudini dei pesci.
Fra le diverse opportunità offerte dalla coste liguri, Giorgio ha testato più volte con successo la zona di Lavagna, sia a spinning e vertical dalla barca, sia a spinning da riva alla foce del fiume Entella. Le attrezzatture e gli artificiali più redditizi.
Una particolare imitazione di granchio in piume di fagiano con struttura in linea (è la posizione di difesa), ideata da C. Taylor. Da usare lungo le nostre coste per la spigola, ma anche per i grufolatori maggiori.
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In questa sezione è possibile leggere e scaricare gratuitamente articoli pubblicati su numeri arretrati e citati dai loro autori o da altri articolisti in numeri più recenti della rivista. Contiene inoltre i trenta articoli della serie #IoRestoaCasa pubblicati nel periodo del lockdown 2020.
Fabio Federighi, Italian style (2/2013)
Giorgio Montagna, Grossi cavedani a spinning (3/2016)
Massimo Magliocco, Trote difficili (2/2017)
Francesco Paolini, Leccia amia (4/2016)
Nadica e Igor Stancev, Night Caperer (1/2017)
Renzo Della Valle, Lipless e trote in laghetto (1/2016)
Claudio Carrara, Milan Stefanac. Un uomo e il suo fiume (2/2017)
Giorgio Montagna, Persici, lipless e legnaie (5/2018)
Giovanni De Pace, Jelly Fly. The new Flash Fly (5/2017)
Gianluca Sulas, Spigole fra spiaggia e bassa costiera (6/2018)
Hans van Klinken, Klinkhamer Special. The final story (1/2016)
Enzo Venturini - Paolo Zambelli, I cavedani di Re Tiberio (2/2017)
Pietro Brunelli, Il 'peso' della mosca (2/2018)
Stefano Marconi, River pike (6/2018)
Stelio Di Manno, Lambswool (1/2015)
Sabele Fiorot, Spinning in laguna (1/2018)
Alberto Gargantini, Torrenti alpini. Istruzioni per l'uso (4/2017)
Francesco Li Bianchi, Light spinning mediterraneo (4/2016)
Fabio Federighi, Danica. Dalla ninfa alla spent (3/2011)
Renzo Della Valle, Cranking time (3/2017)
Adriano Piazzesi, Friuli. A pesca nel paese dei temporali e delle primule (2/2016)
Ettore Miletto, Val d'Egua (4/2016)
Paolo Trabucchi, Sasoi. Il cuore della Tenkara (6/2018)
Giorgio Montagna, Tre tecniche per le trote estive in laghetto (5/2017)
Massimo Magliocco, Il lancio angolato (1/2018)
Francesco Paolini, Palamite (5/2017)
Federico Casari, Crayfish up (1/2018)
Mauro Marzi, Top water pike (3/2017)
Mirko Dalmonte Martelli, Limentrella (4/2018)
Renzo Della Valle, Feroci cavedani (2/2017)
Pietro Brunelli, Lancio. La tradizione americana (5/2009)
Fly Tying Experience 2018 (2/2018)
Roberto Pragliola, E adesso, come la mettiamo? (3/2004)
Roberto Pragliola, Progettare una canna (1/2006)
Alessandro Galletti, Hucho-Hucho (6/2016)
Giorgio Montagna, Aspi dalla barca (5/2010)
Luca Ciuffardi, La riproduzione dei salmonidi (6/2016)
T2Tribe, Street Fishing in Holland (2/2015)
Antonio Varcasia e Mauro Sanna, Il rifiuto (6/2006)
Fabio Federighi, Snowshoe rabbit feet (6/2009)
Stefano Ticchiati, Havørred Fyn: Organza Shrimp [pagine aggiuntive] (4/2016)
Piero Letizia, A Tenkara sul grande fiume (3/2015)
Adriano Piazzesi, Andar per trote e osterie (4/2009)
Paolo Germani, Pendolino Rig System (1/2015)
Marco Sammicheli, Antonio Rinaldin, Puglisi Style (5/2007)
Ivano Mongatti, Polipropilene (1/2009)
Ivano Mongatti, Diamoci un taglio (3/2006)
Francesco Paolini, L'oceano dietro l'angolo (3/2012)
Paolo Polimeni, Costa Viola (4/2014)
Giorgio Montagna, Persici e cavedani del Lago Maggiore (5/2014)
Ivano Mongatti, Il luccio in Toscana (4/2007)
Ivano Mongatti, Soft hackles push up (4/2009)
Ivano Mongatti, Push forward (5/2013)
Davide Mazzesi, Trek 'n' trout (3/2013)
Luca Quintavalla, Frog explosion (3/2013)
Alessandro Sgrani, La ninfa a salire (2/2010)
Mauro Borselli, Quando i salmoni bollano (5/2005)
Mauro Borselli, X Flies (1/2013)
Fabrizio Cerboni, Calendario spigolaro (4/2013)
Mauro Borselli, Gummi minnow alternativi (3/2008)
Fabio Federighi, Heavy gammarus (4/2011)
Jacopo Gallelli, Street fishing cocktail (2/2013)
Ivano Mongatti, Soft hackles push up (4/2009)
Max Mughini, Winter maintenance (6/2009)
Riccardo Papini, Street fishing a Parigi (3/2010)
Jacopo nasce il 4 ottobre 1981 a Chiusi, in provincia di Siena, una piccola realtà di provincia dove passioni come la pesca e la caccia si intrecciano alla realtà contadina. Proprio in questo contesto, all’età di quattro anni, durante una delle innumerevoli visite estive alla nonna ‘Maria’ (sua prima grande sostenitrice) nacque l’amore per la pesca. La giornata era calda e soleggiata, una di quelle in cui il canto delle cicale risuona nell’aria. Il fratello maggiore di Jacopo, Duccio, si era recato al lago per pescare e il padre Giuseppe aveva deciso di raggiungerlo in compagnia del suo figlio più piccolo. L’emozione era grande, tutto intorno brulicava di vita, e il lago, allora limpido e ricco di qualsiasi genere di pesce, risplendeva come una moneta d’argento incastonata fra i campi di girasoli e di grano. Una giornata perfetta per sognare. Infatti, dopo la prima cattura di un persico sole, caduto vittima della sue insidie, aveva dichiarato di voler fare il ‘pescatore’ da grande.
Oggi vive a Firenze e, dopo aver gareggiato con successo nei più importanti tornei di Bass Fishing in Italia e all’estero, lavora come guida di pesca (), un mezzo, come quello di scrivere, per colmare la differenza fra il sogno di bambino e i progetti di adulto. Collabora, inoltre, con varie aziende del settore, mai tralasciando il sentimento e l’aspetto mentale della pesca, che a suo parere ne rappresenta l’essenza.
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2/2013 Street fishing cocktail
3/2013 Passione sugarello
5/2013 Diagonal fishing per il persico
A pesca con l'ombrello
