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Karim ha iniziato a pescare a dieci anni con lo zio nei laghetti per le gare sociali. Raggiunta una discreta libertà di movimento in seguito all’acquisto del primo motorino, comincia ad avventurarsi nei territori pedemontani sperimentando la pesca a spinning. Avendo subito constatato che l’utilizzo dell’ancoretta inferisce ai pesci ferite gravi, ha l’intuizione di pescare con l’amo singolo senza ardiglione. Pratica già da allora il catch and release. Poi, la svolta. Mentre sta attraversando un ponte, vede un pescatore nel fiume sottostante e rimane affascinato dalla tecnica di lancio, in particolar modo dall’armonia nei movimenti. Nel 1994 conosce dei pescatori a mosca della sua zona e si avvicina definitivamente a questa tecnica. Primi lanci, primo morsetto e prime mosche, fino al giorno in cui cattura la prima trota fario su bollata, provando una grandissima emozione. Da allora sono trascorsi molti anni e la passione è più viva che mai. Costruisce mosche sperimentando sempre nuovi dressing. Predilige insidiare trote e temoli in Friuli, Slovenia e Austria, le sue mete, dove è alla ricerca costante di spot in cui divertirsi e rilassarsi. È guida di pesca in Slovenia e in Italia (AIGUPP). GO BARBLESS, NK!
Nato a Treviso nel 1946, ha pescato fin da bambino in tutti i modi e con tutte le esche possibili; entrato in contatto con la pesca a mosca nel 1975, ne viene subito attirato, al punto di lasciar da parte tutte le altre tecniche. I primi anni i risultati sono disastrosi… finché, tramite la rivista «Pescare» e l’allegato bollettino dei club CIPM riesce a contattare Roberto Pragliola, che diviene suo maestro e lo introduce ai primi rudimenti del lancio nel 1977, anno in cui fonda, con altri amici, il Fly Club Alto Brenta, allora sezione del CIPM di Bassano del Grappa. Si è battuto sin dall’inizio per diffondere la pesca mosca dove non era consentita ed è stato il primo presidente post Canal di Brenta: così iniziò la lotta per la pam; la nuova concessione per due anni fu da lui presieduta e pian piano, sempre con lotte campali, si è arrivati ad oggi, che la pesca a mosca praticamente non ha limitazioni, se non nel numero degli artificiali da usare, e protrae l’apertura, solo per la pesca a mosca, fino alla fine di ottobre. Un importante risultato ottenuto negli anni, con la fondazione dell’Unione Mosca Club Vicentini, grazie alla caparbietà, condivisa, del presidente Francesco Nassi, è stata quella di riuscire, primi in Italia, a far inserire nella legge regionale del Veneto l’obbligo di costituire in ogni corso dei fiumi, zone dedicate al no kill e zone dedicate alla pesca con gli artificiali. Ha avuto il piacere di essere amico dei grandi personaggi che hanno fatto la storia della pesca a mosca, da Roberto Pragliola a Fosco Torrini, Roberto Daveri, Piero Lumini, Masi, Francesco Palù, Antonio Pozzolini, Rosorani; ha avuto il piacere di conoscere Rancati, Riccardi, Messori e tanti altri. È stato per diversi anni redattore di PIPAM – col nickname di ‘Popeye’, che lo rappresenta caratterialmente – e per due anni Presidente Nazionale del CIPM, quando furono gettate le basi per la prima scuola nazionale di lancio. Ha contribuito alla fondazione dell’Unpem, è attualmente vicepresidente dell’IFTA e vicepresidente della concessione ‘Bacino Acque Fiume Brenta’. Nel campo del fly tying, ha iniziato, prima come accompagnatore dei soci del Fly Club Alto Brenta, di cui era ed è tuttora presidente, poi come concorrente: un meraviglioso periodo nel quale ha avuto modo di conoscere tanti fantastici costruttori: Losio, Pironi, Facchinetti, Borselli, Nocentini, Federighi, Mongatti, Gaiardoni, Cellere, Mazzari, Testi, Gheno, Tasca, Calzolari, solo per citarne alcuni; molti altri sono venuti successivamente. Come costruttore ha avuto fortune alterne, in quanto ha sempre privilegiato la velocità nella costruzione: era spesso il primo a consegnare, con risultati non esaltanti, ma rimanendo spesso entro i primi cinque; un paio di volte ha vinto e altrettante si è piazzato al secondo posto. Non è un costruttore innovativo, ama le mosche classiche. È stato spesso chiamato a giudicare gli artificiali in molte manifestazioni; sente di appartenere alla massa di pescatori che sono appassionati alla costruzione, pur non rappresentandone l’eccellenza.
Nato a Pescara nel 1960, Roberto Brenda è da sempre appassionato di scienze naturali e pesca con la mosca artificiale dall’età di 16 anni. Durante l'anno frequenta i corsi d'acqua con la sua reflex, ma neanche si separa dalla canna da mosca, che predilige usare scegliendo sul momento la tecnica più idonea in base all'attività alimentare delle specie insidiate.
Ha iniziato a pescare da piccolo con il padre e il nonno, soprattutto nel grande fiume di fondovalle, per provare in seguito altre tecniche. Una decina d'anni fa, grazie a un amico che gli ha regalato canna e mulinello da mosca, ha voluto conoscere e provare questa fantastica tecnica, che lo ha affascinato a tal punto da non farlo più tornare indietro e sceglierla come unica tecnica di pesca. Ha iniziato a pescare a secca, ma frequentando quasi sempre torrenti alpini ed essendo purtroppo la secca redditizia per pochi mesi all’anno, ha deciso di sfruttare le uscite in base alle condizioni dei vari torrenti, utilizzando quindi anche la ninfa. Dopo aver appreso correttamente la tecnica di lancio, ha iniziato a praticare quella che si chiama ‘Alternative Flyfishing’, ossia la pesca a molte specie di pesci sia in acqua dolce che in mare dalla barca. Qualche anno dopo essersi affacciato nel mondo della pesca a mosca ha iniziato a costruire mosche, dapprima seguito da un grande amico e grande costruttore, Fulvio Michelotti, che non smetterà mai di ringraziare. Ha cominciato realizzando mosche secche classiche americane ed europee, che i primi tempi ha utilizzato nei torrenti più frequentati in tutto il Piemonte; successivamente, anche con la nascita di nuove tecniche costruttive e nuovi materiali, ha iniziato a variare e modificare il suo stile di costruzione impiegando i nuovi materiali nel miglior modo possibile, sempre rispettando i canoni costruttivi. Gli piace molto testare e cercare sempre di migliorare le sue imitazioni, che continua a sperimentare in vari fiumi e torrenti in Italia e anche in qualche vacanza di pesca all’estero: dove la pressione di pesca è molto elevata le catture non sono mai scontate e le proprie imitazioni vengono messe a dura prova, motivo e stimolo per continuare a sperimentare e modificare gli artificiali. Nel 2016, alla nascita del gruppo e sito web Flyfishing360, vi ha preso parte ed è tutt’ora membro del team nella sezione Dressing per quanto riguarda la costruzione mosche. Al Pescare Show di Vicenza del 2017 ha costruito presso il Flytying Corner dello stand FlyFishing360 insieme a altri membri e amici flytyer del team, tra cui Luca Barosselli e Andrea Rossetti. L’anno successivo ha partecipato al Fly Tyng Experience 2018 insieme a molti costruttori di fama nazionale e internazionale, una bellissima esperienza che gli ha permesso di confrontare tecniche e idee degli altri flytyer con le proprie imitazioni. Partecipa a serate di costruzione presso alcuni club nella provincia di Torino, nelle quali mette a disposizione le sue conoscenze e le sue imitazioni più utilizzate e più apprezzate in base all’impiego in pesca nei vari corsi d’acqua che frequenta. Dal 2018 ha iniziato la collaborazione con il Pro Team Gulff, del quale fa parte assieme a diversi costruttori internazionali. Continua a costruire e a sperimentare nuovi metodi e materiali grazie al confronto con altri amici flytyer di fama internazionale per non smettere mai di imparare e restare al passo con l’evoluzione di metodi e materiali.
Nato a Pescara nel 1984, si è avvicinato alla pesca a mosca solo nel novembre 2012 grazie a un minicorso della SIM, Scuola Italiana di Pesca a Mosca. Dopo aver appreso i rudimenti del lancio, ha conosciuto Eri D’Addario e Roberto Brenda, che lo hanno seguito nei primi passi della costruzione di mosche artificiali. Si è subito appassionato all’arte del fly tying e ha cominciato ad approfondirne la storia cimentandosi con i modelli classici. Spinto da Roberto, ha iniziato a studiare anche un po’ di entomologia e ad avvicinarsi alla macrofotografia. Grazie ai libri di Mike Valla si è quindi appassionato al Catskill style e ha iniziato a studiarne la storia e i metodi costruttivi. Ha aperto un canale su YouTube dove condivide i suoi video di costruzione, soprattutto mosche classiche con dressing originali. Nel 2016 si è classificato terzo al 29° Slovenian Open Fly Tying Championship nella categoria Dry Fly e ha partecipato al 13° Sim Fly Festival come fly tier. Nel novembre 2016 ha frequentato il corso di bamboo rodmaking organizzato dall’IBRA e ha iniziato anche questa avventura. A maggio 2017 è stato invitato in Norvegia per il Nordic Fly Fair, dove ha potuto costruire seduto al fianco di David Stenstrom, uno dei più bravi costruttori di mosche in stile Catskill, esperienza che lo ha fatto crescere sia come costruttore che a livello umano. A giugno 2017 ha partecipato al 14° Sim Fly Festival. Grazie all’amico Stefano Tieri si è appassionato alle full dressed classiche da salmone e ha partecipato al primo Classic Fly Tying Open con ottimi risultati. A settembre 2017, insieme ad altri amici, ha fondato il Mosca Club Pescara, del quale è presidente.