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Redazione

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Simone Chesi

Nato nel 1974 e residente in provincia di Pisa, Simone Chesi si è appassionato alla pesca a mosca fin da giovane, praticandola sia in fiume che in mare. Nel suo cammino come pescatore ha avuto la fortuna di conoscere molte persone sia nell'ambito della costruzione che nel panorama della pesca e da ognuno di loro ha cercato di imparare il più possibile ai fini di una crescita personale. I luoghi che frequenta maggiormente sono i fiumi e torrenti dell'Appennino tosco-emiliano, con qualche uscita oltre confine: Slovenia, Austria, Croazia. La tecnica che pratica maggiormente negli ultimi anni è la pesca a ninfa in tutte le sue varianti. Il mondo della costruzione è stato da subito una malattia; all'inizio, in mancanza di informazioni disponibili, ha trovato non poche difficoltà ad apprendere le basi di questa affascinante arte, ma con il passare del tempo è riuscito tramite riviste, libri, amici e tanta pratica ad ampliare le proprie conoscenze. Oggi le sue imitazioni sono quasi unicamente mosche da pesca; ama sperimentare i vari materiali che il mercato globale propone, le varie tecniche di costruzione e tutto quello che questo fantastico mondo propone. Il suo motto è «C'è sempre da imparare da tutti».

 

Fly Tying Experience 2018 Stefano Ticchiati

Stefano Ticchiati

Stefano Ticchiati è nato a La Spezia nel 1974, città in cui vive e lavora. La passione per la pesca gli è stata trasmessa dal padre fin da quando era un bambino. Ha praticato diverse tecniche di pesca sino alla metà degli anni Novanta, periodo in cui si è avvicinato alla pesca con la mosca abbandonando tutte le altre. Avendo la fortuna di vivere in Liguria, terra chiusa tra il mare e i monti, pesca sia in acqua dolce che in mare. I luoghi che frequenta abitualmente sono i fiumi e i torrenti della Lunigiana, in particolare il Vara e i suoi affluenti, le coste liguri e dell’alta Toscana. Per questo motivo utilizza un po’ tutte le tecniche, dallo streamer alla secca, in base al luogo e al tipo di preda; in acqua dolce la pesca a sommersa ‘a scendere’ insidiando trote e cavedani è quella che preferisce, mentre in mare adora la pesca alla spigola dalla spiaggia, cercando di sfruttare i flussi di corrente. In entrambi i casi le insidie che propone ai pinnuti sono tutte di sua produzione, dal momento che la costruzione delle esche artificiali è stata fin da subito una sua grande passione.

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Nunzio Troisi

Nato nel 1958, Nunzio Troisi inizia a pescare già dall'infanzia praticando le più varie tecniche. A metà degli anni Settanta avviene il primo approccio con la pesca con la mosca, tecnica mai più abbandonata e che diviene esclusiva dai primi anni Ottanta, portandolo a trascurare tutte le altre. Nello stesso momento comincia anche a costruire i primi artificiali e le prime imitazioni di Oligoneuriella rhenana, insetto studiato approfonditamente, che popola massivamente il tratto del Sele-Tanagro. Nel 1983 avviene l'incontro con Roberto Pragliola durante un corso di tre giorni nel quale apprende importanti nozioni sulla tecnica di lancio. Alla fine degli anni Ottanta è uno dei soci fondatori del Mosca Club Salerno. Profondo conoscitore del fiume Sele e del Tanagro e fermo sostenitore del catch and release, dal 2010 comincia l'avventura con l'Associazione Riqualificazione Sele come responsabile del tratto fluviale e consigliere, con lo scopo di salvare il ceppo autoctono di questo fiume.

 

Fly Tying Experience Enrico Fantasia

Enrico Fantasia

Dopo aver suonato per anni nell'Orchestra della Fenice, è diventato cuoco e ha aperto un suo ristorante a Venezia. La vita è sempre imprevedibile e ora ha una distribuzione di vini in Irlanda e gira il mondo cucinando per le star di Hollywood e per la nobiltà europea.
Per caso, in una giornata di primavera di qualche anno fa, ha provato a pescare a mosca ed è stato amore a prima vista. Costruire mosche è stato il naturale passo successivo. Pratica soprattutto il 'lough style', il sistema tradizionale irlandese di pesca sui grandi laghi, e la sua grande passione è la trota marina. Di conseguenza, le sue mosche sono ispirate alla tradizione irlandese, ma ama sempre sperimentare con nuovi materiali e tecniche.

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Giovanni De Pace

Nato a Roma nel 1972, Giovanni De Pace vive a Cerveteri, dove costruisce mosche con lo pseudonimo di GDP Dressing. Si è appassionato alla costruzione di artificiali quando aveva 18 anni e vive il fly tying come una forte e coinvolgente passione, talmente radicata che a volte gli impedisce persino di andare a pescare. Costruisce quasi tutte le tipologie di artificiali, ma preferisce dedicare il tempo al morsetto costruendo mosche da saltwater. Le mosche da mare rappresentano in un certo senso una vera e propria sfida con se stesso, siano esse da bonefish piuttosto che artificiali rivolti al Mediterraneo e più specificamente alla spigola. Negli ultimi anni si è appassionato alla costruzione di mosche da luccio. Vivendo a due passi dal mare, dedica sempre più spesso le proprie uscite di pesca alla ricerca del branzino, non disdegnando affatto la pesca in fiume alla trota o al lago alla ricerca del luccio.

 

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Fabio Mauri

Nato nel 1971, Fabio Mauri abita a Gambara (BS) e pesca a mosca da più di trent’anni, anche se la passione per il mondo della pesca si è manifestata parecchi anni prima, quando all’età di 5 o 6 anni osservò per la prima volta una piccola risorgiva che scorreva in mezzo a un prato del suo paese. Si sdraiò sulla pancia per sporgere con la testa sull’acqua limpida e, tra sassolini colorati e verdi piante acquatiche, vide luccicanti pesciolini sfrecciare veloci nella corrente; il cuore gli si aprì letteralmente e ne scaturì un’emozione che dura tuttora. Ogni cosa, ogni avventura, successo o esperienza avvenuta successivamente non è stata altro che la diretta e inevitabile conseguenza di quel magico momento.
I successi alieutici, sia personali che pubblici, ottenuti negli anni successivi sono tanti, ma Fabio preferisce ricordare cose più importanti, come il suo primo maestro di pesca, il bravissimo Giuseppe Sottini, che seppe lasciar nascere in lui il senso dell’acqua senza interferire con le proprie convinzioni personali. Da lui apprese i trucchi tramandati dai vecchi pescatori e imparò a conoscere profondamente i pesci e il loro mondo, ma la cosa infinitamente più importante che seppe tramandargli fu il rispetto per il pesce. Fabio non dimenticherà mai la gioia che provò nel ridare la libertà a una grossa luccia catturata sul fiume Oglio. Giuseppe gli spiegò il male che avrebbe fatto trattenendola e il bene che avrebbe fatto se l’avesse liberata, poi lo lasciò libero di decidere. Questo sentimento di gratitudine nei confronti di Madre Natura si esprime in ogni aspetto della sua passione.
All’età di quattordici anni vide il primo pescatore a mosca praticare la sua arte e subito ne rimase estasiato. Mario, questo il suo nome, si dimostrò estremamente disponibile e lo indirizzò al Club Pesca a Mosca Brescia, dove apprese le prime basi di questa passione infinita. Dopo il corso pescò e costruì per molti anni senza poter avere contatti con altri pescatori a mosca, affinando le sue tecniche di costruzione grazie alle indicazioni di qualche rivista del settore, alle pubblicazioni del compianto Piero Lumini ma soprattutto alle situazioni sempre diverse che gli ambienti naturali presentavano. Verso i venticinque anni si iscrisse al gruppo spinning A.P.S.D. Il Chiese di Bedizzole e dopo qualche anno fondò con alcuni amici l’associazione nel paese dove abitava: l’A.P.S.D. Il Chiese di Calvisano, che frequenta tuttora.
Pochi anni dopo, come un salmone maturo, ritornò al club che lo vide nascere come pescatore a mosca. Erano passati tanti anni da quella prima volta e i maestri di allora non c’erano più. In compenso ebbe la fortuna di conoscere dei pescatori veramente in gamba che arricchirono il suo bagaglio di esperienze con la condivisione delle loro. Tra questi ringrazia il presidente Fabrizio Oliva, il maestro Mario Ballerini, il bravo artista del bambù Valter Rumi, il grande Sandro Gatti e Marino Mantegari. Ma un ringraziamento veramente speciale va al bravissimo Marco Scalfi, un vero pescatore, dal quale ha potuto apprendere quella parte molto sottile della pesca a mosca fatta di piccole astuzie e tecniche fuori dagli schemi. La sua schietta sincerità lo ha fatto davvero crescere come costruttore e come pescatore: non lo ringrazierà mai abbastanza.
Divenne successivamente istruttore U.N.P.eM. frequentando gli appositi stage, dove oltre ai bravi maestri dell’associazione, che ringrazia calorosamente, poté arricchirsi con gli insegnamenti del grande e indimenticabile Carlo Sala. I fatti e gli avvenimenti che lo hanno portato fino ai giorni nostri sono stati davvero tanti ed elencarli tutti sarebbe impossibile, ma la cosa importante è che tutte queste esperienze di vita hanno creato un legame fortissimo e sincero con tutti gli appartenenti a questo meraviglioso mondo che mettono al primo posto i valori dell’amicizia e del rispetto per la natura.



 

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Ezio Celeschi

Nato in provincia di Perugia nel 1952 e appassionato di pesca sin da bambino, Ezio Celeschi ha iniziato frequentando i torrenti dell’Appennino del centro Italia e l’alto Tevere per catturare trote. Trasferitosi a Rimini nel 1973 per motivi di lavoro, si è avvicinato alla pesca a mosca – e contemporaneamente alla costruzione – all’inizio degli anni Ottanta. Ancora oggi pratica la pesca a mosca in tutte le sue forme nei torrenti, nei fiumi, nei laghi e in mare. Nei primi anni di costruzione ha partecipato a vari concorsi nazionali e internazionali per fare esperienza e valorizzare le critiche ricevute, in modo da comprendere i propri errori e avere stimoli per migliorare. Durante le sue ricerche ha sperimentato e sviluppato metodi di costruzione personali per conferire alla mosca un aspetto più realistico nell’imitazione dell’insetto. È stato uno dei precursori dell’utilizzo del nastro di teflon da idraulico per la realizzazione degli extended body, creando la Teflon-fly. Sempre per far emergere il particolare, ha sviluppato un metodo tutto suo per realizzare con la tela della bustina del the tutta una serie di ali per coprire la vasta gamma degli insetti da imitare: effimere, tricotteri, plecotteri, terrestrial.